PAOLO SCARANO - PSICOLOGO A MILANO

articoli e approfondimenti


Una questione: "che cos'è un padre?"


In questo periodo la psicanalisi come altre discipline si stanno rendendo protagoniste di una questione effettivamente intrigante dai più diversi punti di vista. Il titolo che ho dato al mio lavoro «Che cos’è un padre1?» è in realtà una citazione di Lacan tratta dal seminario La relazione d’oggetto. Si ha l’impressione che oggi da ogni parte si cerchi concretamente un padre o quanto meno un po’ di padre. Oggi sentiamo spesso detti come “carenza paterna” che suonano a guisa di slogan o come modo di dire. Un po’ come quando si dice che hai carenza di vitamina C.
Introduco la questione partendo dall’osservazione del caso clinico del piccolo Hans. Commentando alcuni passaggi del seminario su La relazione d’oggetto vorrei proporre una mia lettura rispetto a questa domanda che Lacan pose più di 55 anni fa.
Lacan pensa che tutta l’interrogazione freudiana riguardo il complesso di Edipo e ciò che costituisce il complesso di castrazione converga in questa questione.
Nel seminario c’è un continuo richiamo alla concezione freudiana dell’Edipo e del complesso di castrazione per arrivare a proporre la questione fondamentale del Nome-del-Padre che Lacan svilupperà poi lungo tutto il suo insegnamento.

Ciò che ci interessa approfondire riguarda il momento in cui Hans sviluppa una fobia che come suggerisce chiaramente Lacan «è una nevrosi»2. L’indicazione è essenziale perché sviluppare una fobia equivale per il soggetto a una scelta di struttura: in questo caso la struttura nevrotica. È la fobia che costruisce il percorso che il piccolo Hans dovrà percorrere.
Questa fobia prende piede dopo che l’angoscia si impadronisce di Hans di fronte a qualcosa di molto preciso. La fobia servirà a tenere a bada l’angoscia e a fornirle un significante: un cavallo che può morderlo.

Cosa possiamo dire dell’angoscia di Hans? Il fatto che il bambino cominci a masturbarsi indica che il suo pene si muove ed è diventato reale. Questo è l’elemento primario dell’osservazione e la questione parte dalla riflessione riguardo la relazione tra questo fatto e il sorgere dell’angoscia. Tutto quello che per lungo tempo era stato per lui il paradiso, comincia a diventare una trappola dalla quale non riesce ad uscire. E allora, perché quest’angoscia?

La trappola nella quale Hans cade, lo imbriglia inesorabilmente nel confronto tra «l’immensa frattura che vi è tra soddisfare un’immagine e avere qualcosa di reale da presentare»3.Lacan considera questo movimento cruciale perché è qui che Hans comincia a considerare il suo pene come qualcosa di miserabile. È il momento decisivo nel processo di preparazione alla fobia. [continua la lettura]

Di


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Note:
Lacan, J., Il seminario. Libro IV. La relazione d'oggetto 1956-1957, Einaudi, p. 205.
Ivi, p. 222.
Ivi, p. 228.




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